Riflessioni sulla scultura e sulle installazioni
L’interesse e la necessità di adoperare lo spazio circostante sono elementi che ben presto hanno iniziato a manifestarsi nelle mie opere. Inoltre l’attrazione e la curiosità per la materia, per i differenti materiali e per gli oggetti del quotidiano da ritrasformare e riadattare alle mie esigenze espressive, sono fattori fondamentali che influenzano e muovono il mio operare artistico.
Un altro elemento importante è il carattere ritualistico che contraddistingue la mia pratica artistica e che determina e completa il significato stesso dell’opera. Il complesso e lungo allestimento della casa-tenda di My Home è stato ripreso in un video che è diventato un’opera autonoma.
Nelle opere che presento si colgono degli elementi riconducibili a diversi filoni di contenuto: la serie delle Words, la serie delle unità abitative, la leggerezza e la fragilità della serie dei tessuti e delle texture.
Nella serie delle Words, iniziata dal 2002, il mio lavoro parte da alcuni concetti-chiave che vengono condensati in brevi frasi (I hope, I want, I believe) e vengono resi formalmente con diversi materiali, dalle scritte ricamate con filo e perline su tessuti trasparenti e leggerissimi di organza, allestiti alle pareti con 4 chiodini-spilli, uno per ogni angolo, e fermati con ulteriori perline, alle scritte realizzate dall’accostamento di tanti piccoli orsetti di paraffina – ottenuti da uno stampino per ghiaccioli – che si alternano con una diversa colorazione sul pavimento formando un motivo decorativo che ricorda un tappeto. Il visitatore si trova davanti a queste affermazioni in prima persona (quasi sempre il soggetto e il verbo) in cui può facilmente identificarsi e che pur con il loro carattere assertivo rimangono frasi aperte e che aprono a uno spazio immaginativo e psicologico personale.
Nel lavoro più recente della serie Words, Words x V, al posto delle frasi in prima persona compaiono invece solo i verbi o i sostantivi. In questo caso l’opera, pensata durante le mia gravidanza ed elaborata nei successivi primi anni di vita di mia figlia, rappresenta una sorta di elencazione di parole-chiave dal significato positivo (love, passion, smile, curiosity, hope, free, friends) e negativo (sorrow, anger, bore) da trasmetterle nel tempo.
L’inglese viene utilizzato in quanto lingua internazionale per veicolare un messaggio comprensibile alla maggior parte delle persone.
Il secondo filone riguarda lo spazio inteso come unità abitativa. Ne fa parte Homeless, lavoro realizzato per un’esposizione dal titolo Hollywood; in questo caso il tema indagato è quello dei senzatetto e la casa (giocattolo, realizzata con i miei vecchi mattoncini Lego) è una casa che scompare, lasciando uno spazio vuoto. Dal punto di vista formale è stato concepito come animazione realizzata con scatti in digitale, a passo uno, della casa che si decostruisce, e sono stati esposti i frame di piccolo formato disposti l’uno accanto all’altra.
Per l’esposizione Acciaio Domani (Udine, Parco della Rimembranza), in cui gli artisti coinvolti venivano invitati a progettare, lavorando in sinergia con le aziende del settore dell’acciaio, vengono elaborate tre strutture, la torre, la capanna e l’osservatorio pensate e realizzate con la rete metallica elettrosaldata. Questi tre elementi progettati con dei volumi molto semplici sono pensati per poter essere fruiti e visitati, e il loro aspetto inizialmente scheletrico sarebbe stato poi modificato dall’edera rampicante che avrebbe dovuto crescere attorno alla struttura, fino a mimetizzarsi nel verde del parco.
Anche My home, realizzata appositamente per lo spazio FVG delle esedre, è una opera accessibile al visitatore che ricrea in un contesto a metà tra il campeggio e l’accampamento del nomade una casa. Gli altri elementi a cui ero interessata durante le realizzazione dell’opera erano la leggerezza e l’instabilità (intesa come precarietà).
La leggerezza è una delle caratteristiche presenti in tutte le opere realizzate con il tessuto di organza, così come anche nelle “pitture leggere” esposte lungo la passeggiata del camminamento di ronda del castello di Gorizia (Walking on the wall) o le texture realizzate con differenti intrecci.
L’instabilità e la precarietà ritornano nel nuovo progetto artistico in via di elaborazione che è Newspaper. Si tratta di mattoncini ottenuti tagliando a blocchetti i giornali e trattandoli con gesso e colla. I parallelepipedi alquanto irregolari che si ottengono diverranno la forma modulare con cui costruire muri, torri, pavimenti, e altri improbabili edifici instabili e pendenti.
AG 2008